DALL’ITALIA A KIEV. IL POPOLO DELLA NONVIOLENZA

DALL’ITALIA A KIEV. IL POPOLO DELLA NONVIOLENZA
12 Luglio 2024 Nicola Moro

In 100 davanti all’ospedale distrutto

Le dichiarazioni del Dott. Franco Colizzi al nostro giornale

 

L’ospedale si chiama OKHMATDYT ed è il più grande e importante della intera Ucraina. Ieri mattina diverse associazioni, cooperative ed istituzioni della Provincia di Brindisi hanno raggiunto i territori martoriati dalla guerra in Ucraina per vivere un significativo momento di riflessione e vicinanza al popolo ucraino, aderendo all’iniziativa promossa dal Mean – Movimento Europeo di Azione Nonviolenta ed hanno visitato l’ospedale pediatrico colpito da un missile. È l’undicesima spedizione del “popolo della pace” organizzata da Mean in Ucraina che questa volta ha scelto una data “simbolo”: quella dell’11 luglio. Giorno in cui si fa memoria di san Benedetto, patrono d’Europa, a 60 anni dalla proclamazione da parte di Paolo VI.

 

Abbiamo sentito il dott. Franco Colizzi presente insieme ad un gruppo di ostunesi tra cui la figlia Ivana, attuale presidente protempore dell’Istituzione Museo di Ostuni, che ci ha raccontato il dolore e la rabbia con il quale il giovane medico responsabile della organizzazione ha parlato loro dell’attacco, che è costato la vita a una giovane dottoressa e il ferimento di altri medici che hanno protetto con i loro corpi quelli dei bambini. Sono poi stati messi tutti in salvo. Fervono inoltre i lavori per riattivare gran parte dei servizi resi inutilizzabili.

Prosegue il dott. Colizzi: “Abbiamo toccato con mano la cosa peggiore che possa fare l’uomo, aggiungere male al male naturale, dolore al dolore. Al contrario, il cammino della nonviolenza attiva tende a purificare gli uomini da questa tremenda possibilità. La proposta dei Corpi Civili Europei di Pace, pensata trenta anni fa da Alex Langer ed oggi all’attenzione del Parlamento Europeo può essere un passo concreto in questa direzione. Per questo possiamo dire che il futuro di una Unione Europea diversa, dotata certo di un sistema di difesa militare ma anche di un sistema di prevenzione dei conflitti dialogico e nonviolento, passa da Kyiv”.

Si è realizzato un ponte orante che unisce l’Italia e l’Ucraina. Si sono collegati così venticinque Comuni della Penisola: da Roma a Milano, da Ancona a Ostuni. Ma anche piccoli paesi o monasteri di clausura. Il popolo della nonviolenza ha visitato una città impaurita che sanguina per le ferite inferte dalle bombe. Bloccata dalle sirene degli allarmi antiaerei e continuamente sotto attacco nelle infrastrutture strategiche per il rifornimento di elettricità. Il motto: “Non possiamo tacere”. Occorre ripartire dalle nuove generazioni, seminando la pace e soprattutto una cultura fondata sulla verità e la riconciliazione.

0 Commenti

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*