Il santo di nuovo per le strade
della nostra città
Riprende quest’anno la tanto attesa processione con la tradizionale cavalcata di Sant’Oronzo. Il 26 agosto 2022, dopo lo stop imposto dalla pandemia, i cavalieri scorteranno l’effige del santo per le vie della città; solo nel buio 1942, anno in cui era in corso la Seconda Guerra Mondiale, si interruppe per la prima volta questa tradizione.
Nella foto il rientro in Concattedrale della statua di Sant’Oronzo dopo il restauro. Agosto 2020
L’Arcivescovo Domenico Caliandro presiederà, alle 10.30 del 26 agosto 2022, il solenne pontificale nella Concattedrale di Ostuni.
Storie di cavalieri
Ringraziamo Giovanni Peruzzi che ci ha fatto avere alcune foto ricordo della sua famiglia.
Il cavaliere che vedete nelle immagini è il padre Paolo Peruzzi (detto chjeppa), la donna è la moglie di Paolo, che come tutte le spose dei cavalieri lo attende in casa per aiutarlo nella vestizione dopo che il marito ha bardato a festa il cavallo.
Doppe la calvàccàta
E ji specciàta la calvàccàta e n’jma scj fore a llì fiche!
Ghjreche ghjreche ghjònca, ghjreche ghjreche ghjò!
(Ritornello)
Vite dà cè cavaddòne! Pare propria vastasòne,
Ji de Chjeppa certamènde a vvèdè lu portamènde,
balla picceche e tarandèdde quande sènde lu feschètte,
ca Pagghjara mette mocca, cu accumenza lu cungjerte!
Jèrte, nànze lù stannàrde, cu Pelàcce e Pallòne,
Scrascjùdde e trè Cambàne rète rète a battaglione,
Fammarùlu Pezzatòrta li Patrizie a llù miènze,
a cunghjùte Domenepàne cu nu mulu e nu lènze!
(Ritornello)
A Sanzòne jm’arrevàte cu lassàme lu Patrùne,
ne nghjnàme e salutàme cumme fasce tutte Stùne,
terame dritte pe la chjazza a salutà la commissiòne,
e Sande Ronnze alla culonna pe la benedezzione.
Arrevate a San Demineche spiccia ddà la proggessiòne,
e a llì case cumme ji juse fora giubba e pandalòne,
ce a llù barche, alla monda, pescjamiere jndà la terrà;
casalicchje, menderròne, via lecce, tutte ndèrra!
(Ritornello)
Megghjère filu e vecenàte stòne prònde pe spegghjà,
cu canigghja e cuvièrte larghe, assùtte, p ‘assècà!
A cavàdde spiccia Chjèppa cu la pizzeca e attarandà,
cu brasciolu, do pulpiette e mjère a mbrjacà!
Giovanni Peruzzi, novembre 2010
Riportiamo un articolo pubblicato sul nostro mensile nell’agosto del 2019 inerente un altro importante restauro quello dell’effige custodita nel Santuario del Monte Morrone in Ostuni.
Oh Sant’Oronzo vestito di nuovo!
Il restauro della statua custodita nel Santuario sul Monte Morrone
di Enza AURISICCHIO
Sono prossimi i festeggiamenti per Sant’Oronzo protettore della città che sarà onorato, come da tradizione, con il solenne Pontificale celebrato nella Concattedrale e con la processione conclusa dalla suggestiva cavalcata per le vie della città. Premessa di questi eventi è stata la presentazione al pubblico la sera del 29 giugno del restauro della statua custodita nel Santuario del Monte Morrone. Ritenuta di cartapesta, l’opera già durante il trasporto nel laboratorio ha fatto presagire la diversa natura dei materiali compositivi. La cartapesta, infatti, rivestiva un manufatto ligneo rivelando così una datazione dell’iniziale composizione risalente, probabilmente, alla prima metà del 1700. Non è stato possibile accertare le ragioni che motivarono la sovrapposizione, avvenuta nel XX secolo come è emerso dal tipo di carta adoperato, dell’involucro in cartapesta al modellato ligneo primitivo, risparmiando soltanto le parti nude e il libro sostenuto dal Santo. Ugualmente in legno è la testa posata ai piedi del santo martire, simbolo della peste “decapitata” ma in realtà elemento anatomico residuo di una statua pagana frantumatasi al passaggio di Sant’Oronzo condotto al martirio, quale metafora della superiorità della fede cristiana. E’ possibile osservarla meglio nel grande dipinto, ora in Cattedrale, commissionato dal duca Bartolomeo Zevallos nei primi decenni del 1700 per l’altare maggiore del Santuario rupestre dove è stato sostituito da una copia.
Per ritornare alla statua restaurata, va detto che ridipinture successive avevano alterato la cromia originale delle parti lignee, totalmente reintegrata mentre gli abiti indossati dal martire sono stati liberati dai residui polverosi procedendo poi a una pulitura delle superfici e a una riparazione delle aree rovinate o prive di colorazione.
Una statua cara alla devozione popolare è stata così restituita al culto e alla città. Va ricordato, infatti, che prima dell’arrivo in Ostuni del simulacro d’argento commissionato a Napoli nel 1794 all’argentiere Luca Baccaro dal nobile Pietro Sansone, era questa l’immagine esibita durante la processione del 26 agosto. Continuò a esserlo anche in altre occasioni, quando trasportata penitenzialmente dal santuario nella Cattedrale, era segno di preghiere e d’invocazioni in momenti particolarmente critici per la vita della città, nei periodi di siccità, per fenomeni epidemici e per eventi bellici. L’ultima volta che ha lasciato la chiesa del Monte Morrone è stato nella primavera 1989 quando, per una preghiera collettiva, è stata posta sul piazzale antistante. Ora dimorerà in Cattedrale fino al termine dei festeggiamenti del mese di agosto, ricevendo l’omaggio devoto e l’attenzione dei visitatori della chiesa.
Ai restauratori Vincenzo e Daniela Caiulo va il merito di quest’importante operazione di recupero, eseguita con competenza e con premurosa attenzione e condotta in un continuo e propositivo confronto con i committenti nella piena consapevolezza di non modificare un’immagine oggetto di una plurisecolare tradizione di preghiera.
Il recupero della statua del Santuario della selva è stato un obiettivo fortemente voluto dall’associazione culturale Cavalcata di Sant’Oronzo che, con il contributo e l’immediata adesione di altre associazioni culturali e di volontariato, ha dimostrato come possano raggiungersi risultati immediati e in tempi brevi. È un invito affinché questo episodio non rimanga isolato ma stimoli future azioni d’iterazione tra associazioni e istituzioni pubbliche, a cominciare da quella comunale, per programmare iniziative rivolte alla valorizzazione e alla rivitalizzazione dei beni culturali. Si verrebbe incontro, in questo modo, a una richiesta sempre più urgente di attività coinvolgenti a livello emozionale, capaci di proporre momenti di crescita interiore, di offrire un nutrimento molto più appagante rispetto a quello che la nostra città dispensa. E’ anche un modo per far conoscere ai giovani, così immersi nel presente, la profonda sacralità che circonda queste immagini di quali racconti siano portatrici, di quanta memoria abbiano sedimentato, cercando di ricucire, attraverso il filo della storia, il passato e le generazioni che ci hanno preceduto con la nostra. Non da ultimo, un focus sul Santuario rupestre di Sant’Oronzo, della cui manutenzione si occupa l’associazione Cavalcata, poco considerato eppure straordinariamente attrattivo per la storia di cui è depositario, per le immagini artistiche che custodisce e per lo spettacolare scenario paesaggistico che gli fa da cornice. Anche in questo caso si possono mettere in moto meccanismi di valorizzazione attraverso una nuova politica culturale di reperimento di risorse per facilitare la fruizione di questo bene storico e artistico così profondamente legato alla città.