Il saluto del Sindaco
Il centesimo compleanno de Lo Scudo suscita inevitabilmente sentimenti ed emozioni in chi lo legge ormai da tanti anni. Lo Scudo ha svolto nel corso di questo secolo il compito di raccontare la nostra bella Ostuni. Nel tempo altre testate hanno tentato, di affiancarsi (a volte forse di contrapporsi) al “nostro” glorioso mensile e ci sono riusciti per un periodo sempre troppo breve. Leggendo le pagine di vecchi numeri de Lo Scudo si ritrovano fatti, persone, situazioni che, diversamente, sarebbero rimasti solo nella memoria dei protagonisti. In cento anni la nostra Città è cambiata tantissimo e, rileggendo il libro Ostuni ieri di Alfredo Tanzarella Senior, fatto opportunamente ristampare da Alfredo Tanzarella Junior, si apprezza la dimensione agricola e artigianale di un tempo che Lo Scudo ha mensilmente e infaticabilmente riportato ai lettori. In cent’anni Ostuni è diventata turistica e commerciale e ha mancato l’appuntamento con lo sviluppo dell’industria che è rimasto limitato. Il governo della Città ha risentito delle situazioni politiche nazionali e delle leggi elettorali alternatesi nel tempo. Tanti sono stati i protagonisti della politica ostunese di questo secolo che celebriamo, molti dei quali sono cresciuti e si sono formati nelle parrocchie, associazioni e movimenti ecclesiali. È innegabile che anche il mondo del Volontariato che ha animato e continua ad animare Ostuni, così come le grandi opere sociali realizzate nel periodo abbiano avuto una chiara ispirazione cristiana. Questo fermento politico e sociale del cattolicesimo ostunese ha avuto Lo Scudo come naturale punto di riferimento.
Lo Scudo non ha solo raccontato i cambiamenti di Ostuni ma li ha anche giudicati, interpretati, spiegati. Sono tantissimi gli articoli in cui “penne” qualificate hanno scritto importanti riflessioni abbracciando problematiche locali ma anche nazionali. Con interventi isolati (magari sotto forma di lettere al direttore) o, più spesso, con collaborazioni durature, Lo Scudo ha rappresentato l’autorevole punto di vista del cattolicesimo ostunese cresciuto nel solco degli insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa. Questo “sguardo” sulla Città ha avuto accenti diversi, secondo i periodi storici e le persone che sono state chiamate nel tempo a reggere le sorti del nostro odierno festeggiato ma ha avuto sempre un approccio di giusta distanza dalle parti politiche anche quando i cattolici avevano il partito di riferimento.
In questi lunghi anni Lo Scudo ha avuto anche il compito di ricostruire storie del passato, facendo conoscere ai lettori la vita e le opere di persone, spesso concittadini, che la storia civica rischiava di dimenticare. Altrettanto meritevole è la continua opera di conservazione del nostro dialetto con le numerose poesie pubblicate attingendo al grande patrimonio che i nostri tanti autori continuano a produrre. Questa attività di recupero e valorizzazione di storia e tradizioni diventa tanto più importante quanto più si alternano le generazioni e sembra che tutto passi velocemente sulla scena del mondo.
Nell’epoca di internet e dei social tutti i nostri emigrati o anche solo gli innamorati di Ostuni seguono tutto della nostra Città ma continuano a essere tanti quelli che non rinunciano all’ondata di ostunesità che ogni mese annulla i chilometri di distanza dalla Città bianca. Del resto la carta stampata non è solo romanticismo dell’informazione ma è la possibilità più tradizionale e, almeno per molte generazioni, la preferita di conservazione della memoria
C’è tanto lavoro volontario dietro a cento anni di pubblicazioni e bisogna dare merito e riconoscenza a chi ha avuto la responsabilità di mantenere sempre giovane l’Amato Centenario. Sono orgoglioso di avere firmato qualche articolo per Lo Scudo ma molti di più ne ho trascritti durante il periodo in cui Papà è stato Direttore di Redazione e lo Scudo era digitalizzato nel nostro storico studio professionale oltre che presso la tipografia Aprile. Infatti, non tutti i collaboratori avevano familiarità con monitor, tastiere, programmi di scrittura, correttori ortografici ecc; più spesso gli articoli arrivavano sotto forma di manoscritti, (Papà stesso non conosceva altro che la penna come strumento di scrittura) o dattiloscritti ma comunque da digitalizzare per essere impaginati e i più giovani dello studio dell’avv. Stefano Cavallo, per diversi anni, hanno visto formarsi i singoli numeri de Lo Scudo sotto i polpastrelli. Tutti i numeri delle annate dal 1989 ad oggi, arricchiscono il patrimonio di libri e pubblicazioni presenti nello studio di corso Mazzini e sono fonte preziosa a cui attingere per ricostruire ricordare, rivivere la nostra grande storia ostunese.
Tutta la comunità ostunese deve tanto a Lo Scudo ed è giusto, così come si fa per le persone care formulare gli auguri per il traguardo dei primi cento e augurarne altrettanti di libera informazione.
Avv. Guglielmo Cavallo