Lavori all’ospedale
civile di Ostuni
di Rosario SANTORO
Martedì, 20 settembre 2022, è stato consegnato il cantiere presso il primo piano della nuova piastra dell’ospedale civile di Ostuni per la realizzazione di 8 posti di terapia intensiva. La RTI MST S.p.A.-RM appalti S.p.A., un raggruppamento romano temporaneo di imprese, è la ditta affidataria dei lavori. Il relativo finanziamento, per un importo di 2.680.000 €, è stato stanziato secondo quanto previsto dalla legge n° 77 del 17/07/2020, avente per oggetto “Riordino della rete ospedaliera in relazione all’emergenza da COVID-19”. La regione Puglia e la ASL BR hanno individuato questo intervento per incrementare il numero di posti letto di Rianimazione nel territorio provinciale, secondo il piano per il potenziamento della rete ospedaliera per meglio fronteggiare l’emergenza pandemica da SARS-CoV-2.
Per il completamento del primo piano della nuova ala, anch’esso finanziato dalla regione Puglia con 3.380.000 €, è stato approvato il progetto esecutivo ed è già in corso, secondo quanto riferito dai dirigenti dell’ufficio tecnico aziendale, la procedura per l’affidamento dell’appalto dei lavori, che quindi dovrebbero ripartire a breve. Ricordiamo che al primo piano è previsto l’insediamento del pronto soccorso, del laboratorio analisi e della radiologia con TAC e Risonanza magnetica.
Per completare il secondo piano della piastra, dove sono previsti 32 posti di degenza e per le opere esterne, invece, sono necessari nuovi finanziamenti, circa altri 2.000.000 €, per i quali la direzione della Asl starebbe “sondando tutti i canali istituzionali disponibili per il reperimento delle risorse utili”. Fin qui, nella stesura di quest’articolo, ho usato spesso il condizionale che mai come in questo caso è d’obbligo: la nuova piastra approvata nel lontano 2004 e iniziata nel 2007, ben 15 anni or sono, sembra ancora lontana dall’essere completata. Mancano i fondi per il secondo piano e per la sistemazione dell’esterno, e poi, cosa di non poco conto, bisogna sistemare l’impiantistica, reperire gli arredi, le attrezzature e soprattutto il personale. Ma, quando c’è la volontà, tutto è possibile, anche gli ostacoli più insormontabili possono essere superati, però …ci deve essere la volontà da parte degli organi di gestione, regione Puglia in primis, che fino ad ora ha alquanto trascurato la sanità nella provincia di Brindisi e, in particolar modo, l’ospedale di Ostuni. Se quest’opera non sarà portata a compimento, visto che fino a ora sono stati già spesi inutilmente più di 6.000.000 di €, si profilerà il reato di spreco di risorse pubbliche, ma purtroppo, nessuno pagherà, o meglio, pagheranno solo i cittadini. D’altra parte, abbiamo assistito negli anni, ad un depauperamento continuo del nosocomio ostunese, declassato a ospedale di base, con chiusure che si sono succedute nel tempo, come ostetricia e ginecologia, pediatria, urologia, cardiologia. Al giorno d’oggi il nostro ospedale, non più dedicato esclusivamente alla cura dei pazienti COVID, continua ad avere le sale operatorie chiuse e le unità operative di chirurgia e ortopedia sono costrette ad operare solo come ambulatori. Possibile che non si possa trovare una soluzione? Possibile che la radiologia e la cardiologia debbano continuare a fornire un servizio a singhiozzo? Ѐ vero, c’è una enorme difficoltà nel reperire medici soprattutto di alcune particolari specializzazioni, cardiologi, anestesisti, radiologi e così via, e ciò è dovuto, a livello nazionale, allo scellerato ingresso a numero chiuso alla facoltà di medicina e all’esiguo numero di sanitari che può accedere alle specializzazioni. Ma è anche vero che, volendo, si possa trovare una qualche soluzione, anche limitata. Ѐ proprio impossibile far rientrare qualcuno dei medici trasferiti in altra sede al momento del COVID? Al contrario, invece, si assiste al trasferimento di attrezzature d’avanguardia verso altri ospedali. Tutto questo spiega perché c’è uno scetticismo e una perdita di fiducia diffusa sulla reale volontà di far tornare l’ospedale civile di Ostuni almeno a com’era prima del COVID-19. Chissà se potrà mai funzionare a pieno regime con tutti e 106 i posti letto assegnati dalla stessa regione Puglia con l’ultimo piano di riordino ospedaliero. Poco speranzosi, attendiamo ancora, anche se con motivata diffidenza.