Commento al vangelo di LUCA DE FEO

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18 Novembre 2025 loscudo_admin

XXXIII domenica per annum C

Anniversario della dedicazione della Cattedrale di Ostuni

L’edificio chiesa per fissare lo sguardo su Gesù

 

In Ostuni, quest’anno, la XXXIII domenica per annum coincide con l’anniversario della dedicazione della Cattedrale. Come suggerito dai nostri vescovi in circostanze analoghe, mediteremo la Parola di questa domenica, provando a ricondurre “a tema” testi in apparenza “fuori tema”.

Gesù. giunto a Gerusalemme per la Pasqua, ascoltava alcuni che parlavano del tempio che era ornato di belle pietre e doni votivi (Lc 21,5). Era l’edificio considerato una delle sette meraviglie del mondo antico, dopo che Erode il Grande, con astuta iniziativa politica tesa a ingraziarsi il popolo, lo aveva ornato e abbellito

La prospettiva di questi alcuni nell’accostare il tempio non è lontana da noi: molti, anche credenti, guardano alle chiese come opere d’arte, magari confrontando se abbia più o meno bellezze di altre; altri guardano alle chiese come utili sale da concerto; altri come attrazione turistica da tenere aperte di notte per la “movida” ma lasciandole di giorno inaccessibili al culto. Dimenticano che le chiese trovano ragion d’essere nel radunarsi dei credenti attorno al loro Signore crocifisso e risorto; per in lui, per lui e con lui innalzare al Padre il canto di grazie e di lode; per fissare lo sguardo su lui che era, che è, che viene (Ap 1,8).

Giungendo alla Cattedrale di Ostuni lo sguardo va al rosone: al centro, Cristo, raffigurato con l’antico e rarissimo modulo di Orfeo (il poeta che scese agli inferi per riportare indietro l’amata Euridice) evoca il suo scendere risorto nel mondo dei morti a liberare Adamo ed Eva; attorno a Cristo sette angeli proclamano il suo essere superiore agli angeli (Eb 1,4); lo confessano Signore del tempo con il numero uguale ai sette giorni della settimana unito alle ventiquattro colonnine memoria delle ore del giorno nella seconda corona e i dodici apostoli, memoria, nella più esterna, dei dodici mesi dell’anno. Nel verso – non più visibile – il crocifisso indicava la via della croce, le persecuzioni conseguenza della fedeltà a lui (Lc 21,12-16).

Fissare Cristo ricorda il suo ammonimento: Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo “Sono io” o “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro (Lc 21,7), ancora di grande attualità. Pensiamo alla facilità con cui oggi si può essere influenzati da messaggi di falsi messia della cultura e della politica, della musica e dello sport …; alla seduzione su alcuni di sacralità tradizionaliste, dalla spinta evangelizzante ormai esaurita; pensiamo alle difficoltà a superare religiosità fatte di “candele, novene e processioni”; pensiamo ai facili e fallaci entusiasmi per apparizioni non autenticate dai vescovi …

Entrare in una chiesa deve essere guardare al crocifisso e risorto, per stare “nella storia e fra la gente” senza il timore di quanto accade: guerre … rivoluzioni … terremoti, carestie e pestilenze … persecuzioni (Lc 21,9-139 … cambiamenti d’epoca ed epoche di cambiamento.

Nell’attesa del giorno, sconosciuto, del suo venire nella gloria, le chiese edificate nel territorio, dicono che il presente è illuminato dagli insegnamenti di Gesù:

  • quando sentirete di guerre e terremoti non vi terrorizzate perché prima devono avvenire queste cose, a non è subito la fine (Lc 21,9);
  • avrete allora occasione di dare testimonianza (Lc 21,15);
  • con la vostra perseveranza salverete le vostre vite (Lc 21,19)

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